Riassunti degli interventi
Eduardo
Federico
Terreni, macchie, opere e coltivazioni. Note di toponomastica territoriale
caprese prima e dopo Amalfi (pp. 13-31).
La nota prende in considerazione diversi microtoponimi, ancora in uso
o non più, del territorio di Capri e Anacapri: si tratta di microtoponimi
che in vario modo rimandano alla conformazione dei terreni (Lama, Piscina),
alle macchie vegetazionali (Pino, Pennaulo, Vorma, Materita, Boffe, Damecuta),
alle opere di sistemazione del territorio (Catena, Caterola, Pastena)
e allo sfruttamento agricolo (Starza, Curti, Longano, Linciano, Vallerano).
I vari microtoponimi sono stati analizzati alla luce del ruolo che l’aristocrazia
amalfitana ebbe a partire dal X secolo d.C. nella ripresa e ristrutturazione
a fini agricoli del territorio isolano dopo i ‘secoli bui’
seguiti al II secolo d.C.
Eliodoro
Savino
Capri nell’VIII secolo. Una nota sulla storia dell’Italia
meridionale bizantina (pp. 33-41).
Il contratto con il quale papa Gregorio II (715-731) concesse in locazione
al duca di Napoli Teodoro (719-729) l’isola di Capri, inclusa nel
patrimonium ecclesiastico campano, fornisce importanti informazioni sulla
storia politica, il rilievo economico e la realtà insediativa dell’isola
nei primi decenni dell’VIII secolo. L’entità dei canoni
di locazione versati dai Neapolitani per l’isola e per i due casali
di Castromaiore e di Nimfise, identificabili con i suoi principali fondi
rustici, testimoniano la limitata capacità produttiva di Capri
altomedievale ed il suo ruolo marginale all’interno del patrimonium
ecclesiastico campano. Il castrum maius menzionato nel regesto (che presuppone
l’esistenza di un secondo e meno importante insediamento fortificato)
è plausibilmente localizzabile nell’area del Centro Storico
di Capri, già in età greca principale agglomerato dell’isola.
La castralizzazione del sito è probabilmente riconducibile alla
fine del VI secolo, quando Capri dovette rivestire il ruolo di refuge-site
per le popolazioni della Campania meridionale, minacciate dalle incursioni
dei Longobardi beneventani.
Dieter
Richter
I primi residenti stranieri di Anacapri (pp. 43-47).
La breve nota prende in considerazione le fasi iniziali della funzione
turistica di Anacapri. Pur considerata nell’immaginario del Grand
Tour il ‘secondo comune dell’isola’, Far West isolano,
raggiunta sporadicamente dai viaggiatori seicenteschi, settecenteschi
e del primo Ottocento, Anacapri si elevò a sito turistico a tutti
gli effetti alla metà dell’Ottocento con l’inglese
Henry Thompson Green. Si analizza la sua vicenda isolana e l’effetto
che l’arrivo britannico ad Anacapri provocò soprattutto all’interno
della ‘concorrente’ colonia tedesca.
Carmelina Fiorentino
Achsah Barlow Brewster. Vita, arte e missione di una pittrice (pp. 49-61).
L’articolo offre un breve profilo biografico della pittrice americana
Achsah Barlow Brewster (1878-1945) e del marito Earl H. Brewster (1878-1957),
anch’egli pittore, che vissero sull’isola di Capri per diversi
periodi, anche lunghi, dal 1911 al 1929. Facevano parte di quella colonia
straniera di inizio Novecento composta da artisti, letterati e scienziati,
come Charles Caryl Coleman, David Herbert Lawrence, Axel Munthe, Elihu
Vedder, che si incontravano tra Villa Narcissus, Villa Quattro Venti e
diverse dimore anacapresi e che tanto hanno contribuito ad alimentare,
con quadri, scritti e ricerche scientifiche, il mito di Capri quale luogo
tra i più ameni al mondo. Achsah Brewster dipinse molto di Capri
(così come il marito) e, anche grazie alla sua concezione di pittura
come missione, abbellì un luogo sacro molto caro ai Capresi: il
monastero del SS. Salvatore.
Guido
Borà
Modernizzare non stanca. Note al margine del volume di A. Desiderio,
Cent’anni di elettricità a Capri, La “questione
S.I.P.P.I.C.”, Capri 2007 (pp. 63-83).
La vicenda della mancata nazionalizzazione della SIPPIC va inquadrata,
senza per questo trascurare il fondamentale apporto della classe politica
locale, nel contesto più generale della dinamica delle politiche
clientelari e distributive della Cassa per il Mezzogiorno inaugurate con
la legge 853/71. Va necessariamente analizzato il funzionamento del mercato
elettrico nazionale che, con la politica del prezzo unico e il complesso
sistema di aliquote integrative, ha provocato distorsioni soprattutto
nei mercati delle piccole isole. Si evidenziano inoltre i nuovi scenari
che si aprono con la liberalizzazione del mercato dell’energia.
Ulteriori studi si rendono, a questo punto, necessari per riconsiderare
sia l’effettivo ruolo di questa società nell’economia
e nella struttura sociale dell’isola sia l’influenza che essa
ha potuto avere nella formazione di gruppi di pressione portatori di interessi
convergenti.
Carmelo
G. Severino
Il comprensorio INA-Casa di via Cesina a Capri (pp. 85-105).
Il complesso residenziale di 27 alloggi popolari organizzato intorno al
piazzale Alcide De Gasperi, in contrada Cesina, costituisce l’unica
esperienza realizzata a Capri del Piano INA-Casa, il piano sperimentale
di edilizia popolare che interessò l’Italia tra il 1949 e
il 1963 ai sensi della legge Fanfani ‘Provvedimenti per incrementare
l’occupazione operaia agevolando la costruzione di case per i lavoratori’.
Costruito su progetto di Rossana Bucchi a esito di un concorso nazionale,
già mentre era in corso di realizzazione veniva portato a esempio,
nelle riviste di architettura, come uno dei più complessi problemi
di ambientamento. Pertanto esso rappresenta, nel variegato mosaico urbano
dell’isola di Capri, a buon diritto, una ‘tessera’ da
preservare e valorizzare nel continuo processo di trasformazione antropica
del territorio, meritevole di essere ‘recuperato’ per diventare
patrimonio condiviso della memoria storica dell’isola.
Dionisia
Russo Krauss
Dinamica e struttura della popolazione caprese alla luce dei dati recenti
(pp. 107-125).
Sulla base dei dati raccolti dagli uffici anagrafici comunali e delle
elaborazioni effettuate dall’ISTAT, l’articolo analizza le
dinamiche e la struttura della popolazione dell’isola di Capri fino
alle date a noi prossime rispetto alle quali è stato possibile
ottenere informazioni attendibili e complete, allo scopo di fornire un
quadro aggiornato della situazione demografica attuale. Chiaramente, una
piena comprensione di tale situazione non può prescindere dalla
ricostruzione delle dinamiche – almeno quelle recenti – che
sono alla base degli assetti di oggi, così come non può
non considerare le articolazioni demografiche interne all’area geografica
presa in esame, mettendo a confronto quanto rilevato nei due comuni in
cui il territorio isolano è suddiviso.
Rachele
Nunziata
Tracce di storia scomparse nella chiesa di San Michele alla Croce (pp.
127-135).
La chiesa di San Michele alla Croce è stata nel 2003 oggetto di
un importante restauro. Ma il piccolo complesso monastico, già
Cappella della Croce, con l’attiguo romitorio oggi scomparso e il
giardino un tempo cimitero, è riuscito nella sua rinnovata veste
a conservare quei caratteri di identità ambientale che, come è
noto, rappresentano un importante fattore dell’appartenenza e della
condivisione sociale? Oppure si è venuta a creare quella frattura
che talvolta si genera tra l’azione del sapere esperto e l’effettiva
desiderabilità di un luogo con la relativa valenza identitaria?
Queste sono le domande alle quali il breve saggio cerca di dare risposta.
Manuela
Schiano
Conoscere Karl Wilhelm Diefenbach (pp. 137-157).
Fino alla recente organizzazione del Diefenbach Archiv della Spaustiftung
für Familienforschung di Icking-Dorfen non è stato possibile
per gli studiosi accedere a fonti primarie riguardanti l’artista.
Per questo motivo, dalla sua morte ad oggi, le testimonianze sono state
fondate più sulle voci di piazza che sui documenti. In questa nota
si è cercato di ridare l’immagine autentica di un personaggio
che ha dato un contributo originale alla storia dell’arte e dei
movimenti delle Lebensreform, del Naturismo e del Vegetarianismo, così
come è apparsa dallo studio attento della documentazione conservata
al Diefenbach Archiv. Tra il 1882 e il 1895 Diefenbach attraversò
un periodo di crisi che lo portò ad elaborare un progetto di riforma
dell’umanità fondato sulla legge di natura e sull’insegnamento
di Cristo: l’essere umano si era progressivamente allontanato dall’originaria
condizione di Ebenbild Gottes, trasformando la terra da Paradiso a Valle
di Lacrime. Attraverso gli scritti, l’arte, e l’esempio di
vita comunitaria, Diefenbach sperava di ricondurlo sulla via della redenzione.
Gianluca
Giannico
Emilio Enrico Vismara: elettrificazione e sviluppo turistico dell’Italia
meridionale (pp. 159-179).
Emilio Enrico Vismara (1863-1940) fu esponente del gruppo elettrobancario
di ascendenza nittiana che rappresentò, tra l’età
giolittiana e gli anni ’20, uno dei più importanti e innovativi
tentativi di promuovere lo sviluppo economico delle regioni del Sud Italia.
Progettista di impianti idroelettrici ed influente uomo di affari, fu
tra i primi in Italia a comprendere le potenzialità economiche
della ‘industria del forestiero’: a Capri fu socio fondatore
della Società per le Imprese Pubbliche e Private nell’Isola
di Capri (SIPPIC) e della Società Immobiliare Alberghi (SIA). Verbali
e resoconti inediti della polizia politica fascista hanno poi rivelato
aspetti meno noti della sua vita, relativi in particolare ai suoi ultimi
anni, trascorsi tra Capri e Parigi in una sorta di volontario esilio.
Giuliano
Longone
Capri in 32°. Una conversazione con Luciano D’Alessandro (pp.
181-203).
Prendendo spunto da un volumetto di Luciano D’Alessandro (Polvere
di stelle, Dante&Descartes, Napoli 2006), si avvia con il suo autore
una conversazione che fa luce su una delle esperienze culturali più
serie e impegnate a Capri tra l’immediato Dopoguerra e gli anni
’80. In una Capri sempre più avviata ad affermarsi al di
fuori di sé con un’immagine ‘commerciale’ e da
fiction, la fotografia di Luciano D’Alessandro rimane un’insuperabile
immagine interna, sensibile ai ‘drammi’ e alle trasformazioni
della società caprese nella seconda metà del Novecento.
Silvano
Saccone
La Certosa di San Giacomo e Capri nella Storia di Benedetto Tromby
(pp. 205-229).
L’articolo illustra una fonte poco nota, ma in passato spesso citata
dagli studiosi della storia di Capri, analizzando i luoghi più
significativi dell’opera principale di Benedetto Tromby, storico
certosino vissuto nel secolo XVIII, pubblicata in dieci tomi tra il 1773
e il 1779. L’analisi puntuale dei volumi mirata alla ripubblicazione
testuale dei brani, con riferimenti significativi alla Certosa di San
Giacomo, vuole essere un contributo utile per conoscere aspetti, temi
e personaggi della vita di un silente e prestigioso monumento, oggi oggetto
di rinnovato interesse. Conoscenza ancora condizionata da notizie scarse
e frammentarie a causa della dispersione di documenti e di opere.
Anastasia
Pasquinelli
I naufragi capresi di Michail Osorgin (pp. 231-245).
Rifugiato politico in Italia per un decennio (1906-1916) – e ‘italofilo’
a vita – il giornalista e scrittore russo Michail Osorgin torna
nel tempo ai ricordi dei favolosi anni italiani. Rientrato in Russia,
scrive nel 1917 il primo testo qui tradotto, estratto dal capitolo intitolato
Caprense di un libro pubblicato qualche anno più tardi; è
la storia, tra l’altro, di un’improvvisa fiammata d’amore
per la fuggevole, irresistibile immagine di Graziella, splendida fanciulla
caprese. Il secondo ricordo – scritto e pubblicato vent’anni
più tardi da un giornale russo in terra francese, durante il definitivo
esilio – rievoca nuovamente altri brevi, splendidi momenti capresi,
raccontando (commosso) il suo rischioso naufragio nella Grotta Azzurra
– miracolosamente sventato – avvenuto un anno prima dell’incontro
con la fatale, giovanissima Graziella, dalle cui mani, con i piccoli coralli,
egli aveva ricevuto un pegno perenne, divinamente italiano. Lo stile sapientemente
equilibrato tra toni drammatici, ironici e sentimentali, tipicamente osorginiano,
fa di queste pagine un documento caprense veramente speciale.
Recensioni
Levente
A.S. Erdeös, Axel Munthe’s Villa in the Capri Sun
(Anna Maria Palombi Cataldi)
Aleksej Kara-Murza, Napoli Russa (Ludovica Muscettola)
Norman Douglas 4 Symposium, hrsg. v. W. Meusburger und T.G. Natter,
(Renato Esposito)
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