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GROTTE -NINFEI  

        La vasta politica edilizia avviata, come ricorda Strabone, da Augusto su tutto il territorio dell’isola fu continuata da Tiberio al quale la tradizione attribuisce sia la costruzione di ville sia la frequentazione di antri e rupi incavate. Qui, secondo la malevola versione di Svetonio, Tiberio avrebbe organizzato orge di giovani. Al di là dell’intento denigratorio del biografo, effettivamente molte grotte dell’isola hanno registrato una frequentazione romana. Concreta pertanto è la possibilità che molti stupendi luoghi naturali capresi fossero stati adibiti a lussuosi ninfei.

 

Grotta di Matermania

      La grotta, situata a mezza costa, fu rimaneggiata artificialmente in età romana, epoca alla quale risalgono le strutture murarie. L’interno della grotta è diviso in due ambienti, originariamente coperti con volta a botte, ora crollata: il vano più ampio termina, sul fondo della grotta, con un’abside formata da due podi sovrapposti, uno di forma semicircolare e, l’altro, posto a quota più alta, di forma ovale, entrambi ancora con tracce della decorazione pittorica; al centro dei due podi è presente una breve scala. Il vano più piccolo conserva tracce di intonaco e resti della copertura a volta. La grotta doveva essere decorata con mosaici in pasta vitrea, di cui restano pochissime tracce, e marmi. È decisamente da respingere ogni tentativo, fondato su arbitrarie e scorrette interpretazioni dell’oscuro toponimo Matermania, di riconoscere la grotta quale sede di un culto della Magna Mater Cibele o del dio Mithra. Più sicura appare l’ipotesi che si tratti di un ninfeo, così come altre grotte capresi.

 




 

Grotta del Castiglione

Grotta dell'Arsenale

 (testo di Eduardo Federico, Roberta Belli - foto di Marco Amitrano)