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VILLE ROMANE

Palazzo a Mare

Villa di Damecuta

Villa Jovis

 

Villa di Gradola - Grotta Azzurra

       La villa di Gradola è posta immediatamente al di sopra della Grotta Azzurra. Come tutti gli impianti di villae maritimae, la villa si caratterizzava per una serie di ambienti disposti a festone e a terrazze, in posizione panoramica, lungo il pendio.
     La villa, scavata nell’Ottocento dal colonnello americano Mac Kowen, che vi rinvenne capitelli, frammenti di statue, di colonne, di pavimenti e di cornici in marmo, in parte murati nelle pareti della Casa Rossa ad Anacapri, subì, in antico, dei rifacimenti: vi si riconoscono, oggi, nel folto della vegetazione, alcune cisterne e, sulla terrazza superiore, sei piccoli ambienti, dei quali uno con resti di intonaco giallo su zoccolo rosso e pavimento a mosaico bianco.
      Attraverso una scala tagliata nella roccia, rifatta in epoca moderna, la villa comunicava con la Grotta Azzurra, nella quale, oggi come allora, si accedeva con piccole barche attraverso la stretta apertura, il cui piano fu probabilmente levigato in età romana per facilitare il passaggio: tale piano separa l’ingresso dall’ampia finestra sottomarina che determina i noti effetti di luce nella grotta. Nella parte interna di questa vi è un piano inclinato, che aveva la funzione di piccolo approdo, accanto al quale è un vano quadrangolare con pavimento in cocciopesto interpretato come luogo di sosta. Un cunicolo tagliato nella roccia e ritenuto un collegamento segreto tra la grotta e la villa di Damecuta, aveva, forse, la funzione di captare acqua.
       La conferma dell’uso della grotta, in età romana, come ninfeo lussuosamente decorato si è avuta in anni recenti con la scoperta sui suoi fondali di alcune statue raffiguranti Tritoni e il dio Poseidon: le statue, tagliate all’altezza delle ginocchia, dovevano essere collocate lungo le pareti, a pelo d’acqua, per dare l’impressione che emergessero dal mare


Poseidon dalla Grotta Azzurra
(Capri, Soprintendenza Archeologica).
 
 (testo di Roberta Belli - foto di Marco Amitrano)