l'isola di Capri  Home
 Español  News Area soci Back
Associazione Culturale e Casa Editrice  -  Via San Costanzo, 8   80073 Capri   Italy  -  Email info@oebalus.org

 PAROLE DI PIETRA  

Le iscrizioni greche e latine dell’isola di Capri: problemi e prospettive

L’importanza delle iscrizioni
        Il richiamo del titolo al libro di Carlo Levi Le parole sono pietre è puramente evocativo. Le nostre "parole di pietre" ci rimandano ad un’altra realtà, ben più lontana, anche se meno viva e drammatica. Si tratta, infatti, di tornare indietro nei secoli a quel momento della storia del Mediterraneo, in cui gli attori sul campo erano i Greci ed i Romani.
        A differenza di noi questi antichi protagonisti della storia avevano ben pochi strumenti per rendere pubbliche e trasmettere al futuro le loro azioni e le loro viti. Certo non disponevano di giornali, né di reti televisive, né di pellicole fotografiche o videocassette. Tutto ciò che restava loro erano strumenti deperibili come il papiro, la pergamena, le tavolette d’argilla o quelle ricoperte di cera. Qualcosa in più potevano sperare dal bronzo, ma non avevano previsto che quasi tutto il bronzo da loro usato per tramandare opere d’arte ed iscrizioni sarebbe stato fuso, per altri scopi, da posteri poco sensibili. Per fortuna gran parte di ciò che Greci e Romani hanno tentato di lasciare come traccia di sé è stato espresso nella pietra. Qui, però, non intendo parlare di templi e colonne, di statue ed altari, bensì di una testimonianza meno appariscente, ma spesso più esplicita e significativa per l’occhio esperto. Mi riferisco alle iscrizioni, quelle parole di pietra, attraverso cui gli antichi sperano ancora di poterci parlare.
        Non c’è campo nella vita dei Greci e dei Romani che non si sia espresso per mezzo di epigrafi. Sulla pietra o sul bronzo si eternavano trattati ed alleanze, leggi, decreti e dediche pubbliche per le personalità dell’epoca. Nelle iscrizioni si registravano celebrazioni di concorsi e vittorie sportive, feste religiose e sacrifici, contratti di affitto e di vendita, appalti e donazioni testamentarie. Dai più importanti atti della vita pubblica si passava attraverso la documentazione della vita sociale e culturale di una città, per arrivare alle testimonianze più minute sulla vita privata. Queste ultime erano rappresentate dagli ex voto, dalle semplici domande sul proprio destino poste alle divinità oracolari, dalle espressioni di amicizia e di amore incise su piccoli doni e infine, conclusione inevitabile, dalle iscrizioni funerarie. È tutta questa massa di documentazione che ci permette di ricostruire nei particolari più minuti la storia viva di un popolo.

Un progetto per Capri
        Un particolare tentativo di ricostruzione storica è ora in atto per quanto riguarda la Capri greco-romana. Un gruppo di studiosi delle Università di Napoli e di Roma sta raccogliendo e criticamente sistemando tutte le testimonianze letterarie ed epigrafiche relative all’isola in età antica. In un primo momento le persone impegnate nella ricerca sono state, oltre la sottoscritta, la dott. Paola Lombardi ed i dott. Eduardo Federico ed Eliodoro Savino. Il progetto prevede, però, la pubblicazione di un saggio storico-archeologico a più voci. All’interno di esso altri studiosi tratteranno i problemi che riguardano la preistoria di Capri, l’origine del suo nome, le testimonianze archeologiche e la storia fino all’età tardo-antica.
        Le difficoltà sono innumerevoli: la principale è rappresentata dalla scarsezza di notizie su Capri reperibili dalle fonti greche e romane. Dell’isola sappiamo solo che conobbe una presenza greca, che prima dell’età imperiale romana fu soggetta a Napoli, per poi passare, con Augusto, in possesso degli imperatori. La sua fama è legata in particolar modo alle ville costruite da Tiberio ed agli anni di ritiro e di vita dissoluta, che egli vi trascorse.

Le iscrizioni greche e latine di Capri
        Ma quale era la realtà di Capri? Quali le istituzioni quando ancora era soggetta a Napoli? E quale, invece, la sua organizzazione in rapporto alle residenze imperiali?
        Tutte queste domande potrebbero trovare qualche risposta, se la documentazione epigrafica finora nota non fosse altrettanto avara di quella letteraria. Pochissimi sono, infatti, le epigrafi che provengono con certezza da Capri. Alcune sono in lingua greca e documentano, molto parzialmente, i legami dell’isola con la cultura e le istituzioni greche di Napoli. Di coloro che vissero a Capri restano solo pochi nomi: un Tauriskos, uno Gnaios, il giovane Hypatos ed una donna di nome Theanò (Inscriptiones Graecae, XIV, 899-902).
        Accanto ad essi altre tre iscrizioni greche nominano degli agoranomi, magistrati preposti al mercato, i cui nomi sono andati, del tutto o in parte, perduti  (Inscriptiones Graecae, XIV, 896. 897. 897 a). Nell’ultima di queste epigrafi sembra esservi anche un riferimento al demos, cioè al popolo dei capresi. Sono più le domande che queste epigrafi sollecitano di quelle cui danno risposta. Una in particolare rischia di restare irrisolta: se, cioè, i magistrati ed il popolo, che in esse vengono citate, sono quelli di Napoli o se, invece, esisteva una piccola comunità locale, sia pure dipendente da Napoli, ma con una sua organizzazione civica.
        Le iscrizioni latine non sono né più numerose né più ricche di notizie. Alcune di esse si riferiscono a schiavi e liberti della casa imperiale ed all’attività edilizia e decorativa sollecitata dagli imperatori. Ricordiamo, per esempio, la firma dello scultore Iulius Salius, alcune sigle su colonne destinate alle ville imperiali e qualche iscrizione funeraria (Corpus Inscriptionum Latinarum, X , 6806-6810; Ephemeris Epigraphica, VIII, 670-674). Di un certo interesse sarebbero anche i marchi impressi sulle tegole, in cui compaiono nomi di fabbricanti attestati in area flegrea o genericamente campana (Corpus Inscriptionum Latinarum, X, 8042, nn.8, 53, 58, 65, 98). Purtroppo la provenienza caprese di questi bolli non sempre può essere accertata.

Aspetti problematici della ricerca
        Rispetto al poco che sappiamo, lo scopo della ricerca in corso è quello di identificare qualche testo in più, che permetta di dare un quadro più preciso della situazione. La difficoltà principale risiede nel fatto che molte di queste epigrafi sono in proprietà privata. Questa circostanza determina due effetti negativi. Il primo riguarda la presenza in alcune case private di un gran numero di iscrizioni che non provengono da Capri, bensì da località della terraferma, se non addirittura da Roma. Un caso emblematico è quello della collezione di Axel Munthe. Il secondo effetto negativo è dato dalla diffidenza con cui spesso viene accolta la richiesta di prendere visione di questi documenti.

Un appello
        Sarebbe di estrema importanza se questi timori potessero essere superati nella coscienza che anche un piccolo frammento, apparentemente indecifrabile, può contribuire ad una migliore conoscenza del passato. Tali documenti, se non verranno letti, studiati e fotografati, rischiano di scomparire, come è già accaduto, molte volte. Niente di più facile, infatti, che un frammento di pietra o di terracotta venga buttato via o anche solo ricoperto di intonaco, mentre quelli che vengono venduti ad amatori escono da Capri senza lasciare traccia.
        Gli studiosi impegnati nel lavoro di raccolta e catalogazione sperano, invece, che nelle case e nelle ville della Capri di oggi sia ancora possibile trovare testimonianze sull’antico passato dell’isola e confidano nella collaborazione di tutti.

          Elena Miranda (Ricercatrice di epigrafia Greca presso il Dipartimento di Discipline Storiche dell’Università "Federico II" di Napoli