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Associazione Culturale e Casa Editrice  -  Via San Costanzo, 8   80073 Capri   Italy  -  Email info@oebalus.org

IL SOGNO DI EDWIN

        Sopravvive a Capri un luogo comune o un pregiudizio che relega il binomio turismo-cultura  tra le fantasie di chi, di turismo, concretamente "non capisce niente".
        Pregiudizio molto diffuso tra addetti al settore turistico ed amministratori pubblici che individuano nella cultura qualcosa di non propriamente produttivo, riducendola, nel suo rapporto con il turismo, ad un ruolo di supporto, ad una serie estiva di manifestazioni più o meno vacanziere.
        Purtroppo (per Capri) tale luogo comune si basa unicamente su una diffusa "non conoscenza" degli  sviluppi della domanda turistica rispetto all’ambiente ed alla cultura e di esperienze che un po’ in tutto il mondo si attuano nelle località turistiche per rispondere sempre meglio a tali nuove esigenze. Il pregiudizio si basa altresì anche su di una perdita, forse irrimediabile, di coscienza storica e delle proprie origini da parte di chi opera e lavora nel turismo.
        Anche a Capri due sondaggi, del 1982 e del 1994, individuano una delle maggiori deficienze del turismo caprese nella mancanza di programmazione culturale; lo stesso crescente successo dell’ inziativa, organizzata dall'Associazione Culturale Oebalus e dal Circolo Legambiente di Capri-Anacapri, Percorsi per Capri, tesa ad offrire una fruizione colta dell’Isola attraverso percorsi guidati da esperti, testimonia un’esigenza inevasa e crescente.
        D’altra parte è ovvio che il turista che viene a Capri non è lo stesso che va in una delle tante località balneari: chi decide di venire a Capri sceglie prima di tutto un’isola, con i significati ed i valori legati a questo contesto naturale, e decide per un luogo che offre un’altissima concentrazione di elementi storici e culturali.
        In poche parole chi viene a Capri deve essere inevitabilmente curioso e sensibile verso  la complessità e la profondità del luogo dove si trova e chiede, oltre che servizi adeguati e tranquillità, anche occasioni culturali nonché possibilità e strumenti per capire l’Isola , la sua storia, la sua natura.
        Il libro di Raffaele la La Capria Capri e non più Capri  inizia con questa frase : "Non vede il mondo chi non sogna prima di vederlo. Anche Capri: non puoi vederla se non hai sognato prima di vederla."
        Capri ed i Capresi sembrano aver dimenticato questo assunto indispensabile.
        Capri ed i Capresi hanno voluto dimenticare che le loro fortune economiche si basano sulla unicità di una località, non omologabile ad altre località turistiche, e sul naturale binomio turismo-cultura che a Capri tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento ha permesso un solido e ordinato sviluppo economico.
        Oggi si può ben dire che Capri ed i Capresi hanno tradito la vera natura di quest’isola, non solo permettendo più o meno vistosi scempi ambientali, ma negando all’Isola uno sviluppo basato sull’intelligente sfruttamento delle sue risorse ambientali e culturali.
        Si sono favorite forme di turismo da rapina ed incolte (non solo quello giornaliero), arricchimenti facili ed effimeri, con la perdita di cultura (perché anche questo è cultura) della propria professionalità e della coscienza storica dei luoghi dove si abita e lavora.
        All’inizio di ogni stagione estiva bisogna, così,  subire il vaniloquio di chi sbraita contro il turismo di massa o contro l'abbassamento della qualità del turismo, dopo aver gettato ponti d’oro alla rapina del territorio e allo stravolgimento dell’Isola, bisogna assistere al becero sfruttamento della Piazzetta, contrabbandato come grossa manifestazione cultural-mondana, e così via, in un crescendo di insulsaggini e cretinerie che testimoniano il consolidarsi di una vera e propria "demenza estiva".
        Il dilemma di Capri non è tra turismo di massa e turismo di élite ma tra turismo colto (giornaliero o residenziale che sia) e turismo di rapina (giornaliero o residenziale che sia).
        Il dilemma di Capri è tra una veloce ed inesorabile perdita di identità culturale ed economica ed invece l'affermazione di un turismo lungo tutto l'arco dell'anno, motivato nella sua permanenza a Capri non solo dal fascino dell'Isola, ma da occasioni e strutture tali da concretizzare il sogno di Edwin Cerio di una Capri centro internazionae di cultura.

       Riccardo Esposito